Segnaliamo l’articolo di Giancarlo Restelli sul sito restellistoria
Nel 2004 il Parlamento italiano ha istituito il Giorno del Ricordo, nell’intento di far conoscere che cosa è accaduto al confine orientale d’Italia. Ci sono stati dibattiti, ricerche e pubblicazione di libri (a volte buoni) e articoli di giornale. C’è stato anche il tentativo di parlarne a scuola. Nella legge però c’è una lacuna. Si accenna giustamente alla tragedia delle foibe e al dramma dell’esodo ma non c’è alcun accenno alla politica seguita dallo Stato italiano in Istria e Dalmazia dal 1918 fino al 1943-45.
E’ il tema della “Italianizzazione forzata” delle popolazioni slovene e croate, ossia la fascistizzazione della maggioranza slava nei territori ora italiani.
Esempio, l’imposizione della sola lingua italiana nelle scuole e negli uffici pubblici, l’italianizzazione dei nomi e cognomi slavi, la forte riduzione della proprietà contadina slava in Istria a vantaggio della proprietà italiana e tante altre leggi vessatorie.
Poi con l’invasione dell’esercito di Mussolini di Slovenia, Croazia e Montenegro, a partire dal 1941 fino al ‘43, dobbiamo parlare di veri e propri crimini di guerra commessi dall’esercito italiano e dalle formazioni militari fasciste.
Alla fine avremo decine di migliaia di vittime slovene e croate nei campi di concentramento italiani e vittime delle rappresaglie italiane in questi territori.
Questo testo esamina le vicende del confine orientale a partire dalla Grande Guerra fino all’esodo forzato degli italiani, cercando di ricostruire quella continuità storica, senza la quale non è possibile comprenderle pienamente.