24/03/2020 - Il Centro Filippo Buonarroti e la crisi del coronavirus |
« Non ridere, non piangere, non maledire, ma capire » (Spinoza)
Il Centro Filippo Buonarroti e la crisi del coronavirus
In queste settimane, essendo fortemente condizionati dalla crisi del coronavirus nella possibilità di sviluppare le nostre attività esterne, ci siamo interrogati a lungo su quello che avremmo potuto fare come Centro Filippo Buonarroti, in una situazione così difficile, per tutti coloro che hanno seguito e seguono con interesse il nostro lavoro. Ci è tornato alla mente il motto di Spinoza che aveva accompagnato l’inizio della nostra attività verso la metà degli anni ’90 : infatti in un momento nel quale dominano i pianti, le maledizioni, le reprimende, le strumentalizzazioni, riteniamo che non ci possa essere niente di meglio (oltre al possibile aiuto concreto…) che suggerire elementi utili alla comprensione delle cause e delle pesanti conseguenze della crisi del coronavirus, sollevandosi dalle banalità quotidiane che riempiono giornali, tv, social… Per farlo non possiamo che partire da quello che è il nostro marchio di fabbrica e cioè l’orientamento marxista che ci ha aiutati a suggerire a tutti coloro che ci hanno seguito (sulle mille questioni di cui ci siamo occupati) chiavi di lettura e obiettivi di lotta che sono passati indenni attraverso decenni che sono stati tra i più sconvolgenti della storia dell’imperialismo, al punto da decretare la scomparsa o la crisi di molti partiti e delle relative ideologie. A proposito di marxismo abbiamo la fortuna di disporre, da qualche giorno, del n. 595 di « lotta comunista » (marzo 2020), nel quale almeno 8 articoli sono dedicati alla questione del coronavirus, analizzata nel quadro dei rapporti internazionali e nel contesto delle vicende politiche dei principali Paesi. Non possiamo naturalmente proporre, nemmeno in sintesi, un materiale così ricco : l’invito è quello di leggersi con attenzione il giornale ! Chi avesse problemi a procurarselo può scriverci e ci penseremo noi ad organizzare la consegna attraverso i giovani dei Circoli operai… Riteniamo tuttavia di poter dare un’idea della ricchezza e dell’originalità degli spunti proposti dal giornale partendo da alcune considerazioni che troviamo nell’editoriale « Conseguenze politiche della crisi pandemica » e che segnalano da un lato i limiti della società imperialistica evidenziati dalla pandemia, e dall’altro l’uso che del virus viene fatto oggi (e ancor più lo sarà in futuro…) nello scontro politico-strategico tra le potenze imperialistiche, in una contesa sempre più aspra, dove anche gli aerei di aiuti sono evidentemente armi da utilizzare.
« …Il coronavirus, allora : nella sua cruda realtà, una micidiale pandemia mostra la necessità inderogabile di un’umanità davvero unificata. Non c’è però volontà politica che possa realizzarlo, perchè dietro alla politica muove la guerra dei capitali ed è questa che afferra gli Stati. E’ vero, come scopre Machiavelli, che la politica e gli Stati sono « forza organizzata », ma è la concorrenza delle quote parziali del capitale che muove quelle forze. Ecco che anche il virus e la pandemia, con le sue conseguenze politico-strategiche, economiche e sociali, sono impugnate nella contesa. Nelle opposte propagande, si è visto dapprima additare il contagio come virus cinese, poi come virus europeo, domani certamente anche virus americano e virus inglese. La verità è che la crisi mette a confronto e in concorrenza l’intero assetto delle potenze : i poteri, il welfare sanitario, bilanci e debiti pubblici, i sistemi politici e la « tenuta sociale » interna. Il combattimento politico confluisce nel confronto già in corso sulla crisi dell’ordine liberale ; la veste ideologica è la sfida tra autoritarismo cinese e democrazia occidentale…
Una prima conclusione è questa : prima ancora dei modelli politici ed ideologici in concorrenza, è decisiva la questione della stazza continentale delle potenze e dell’efficacia relativa della loro centralizzazione. La Cina ha potuto isolare Wuhan e la regione dell’Hubei perchè ha quella scala ; l’Europa affronta crisi multiple seppure asincrone anche perchè nella combinazione di poteri federali, confederali e nazionali la sanità è devoluta agli Stati se non alle regioni ; gli USA scontano le falle di un sistema sanitario non universale ma hanno l’arma di riserva della centralizzazione federale. Al dunque, sono alla prova i poteri di tutte le potenze. In Cina, è messo a test un assetto politico-statale che ha gestito quarant’anni di sviluppo accelerato e il passaggio a potenza dell’imperialismo, senza che siano stati sciolti però tutti i nodi della modernizzazione. Negli Stati Uniti, la crisi si somma alle incognite strategiche del declino relativo. In Europa, è alla prova l’intera pluralità di sovrastruttre, dagli Stati ai poteri dell’Unione. »
Non possiamo infine non fare cenno alla manchette di pagina 20 del giornale nella quale si ricorda a tutti i fans della sghemba « union sacrée » che il virus non è uguale per tutti, a partire dai problemi della massa di coloro che sono costretti a perdere il posto di lavoro oppure a lavorare quasi sempre in condizioni difficili (come dimostrano non solo i lavoratori della sanità ma anche gli scioperi dei lavoratori che reclamano condizioni adeguate). Conclude la manchette :
« …Allora lotta al virus, certo. I nostri circoli sono radicati da decenni nei quartieri operai delle città : sono impegnati con i loro volontari verso la rete di sostenitori e simpatizzanti nella battaglia contro un nemico insidioso, che chiede informazione e anche attenzione alle condizioni di maggior fragilità. Ma anche queste ore difficili devono essere messe a frutto, nella riflessione e nella consapevolezza. Proprio l’epidemia porta alla luce le peggiori condizioni di diseguaglianza e sfruttamento ; la lotta per il comunismo resta l’unica via per una società davvero umana e solidale »
Anche il Centro Filippo Buonarroti è naturalmente impegnato su questo terreno : chiunque avesse dei problemi e avesse bisogno di aiuto può chiamarci al nostro numero : 02-45491072 ma siamo anche collegati ai giovani dei circoli operai che su questo sono molto attivi e presenti sul territorio. |