Noi, invece, che abbiamo per patria il mondo,
come i pesci il mare
Dante Alighieri

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Iniziative

11/01/2021 - Da oltre un secolo, nei Balcani, l’imperialismo europeo mostra il suo vero volto e la sua cattiva coscienza

Nel 1911 l’imperialismo straccione dell’Italia giolittiana avvia le guerre balcaniche per la spartizione dell’Impero Ottomano, guerre che finiranno direttamente nella Grande guerra (che vide proprio nei Balcani il teatro di alcune delle pagine più crudeli e drammatiche della guerra imperialista).

Nella Seconda guerra mondiale, fu ancora una volta l’imperialismo italiano con l’invasione della Grecia a scatenare la guerra nei Balcani, con il suo seguito di massacri e crudeltà, in una guerra di liberazione dal nazifascismo che fu anche sanguinosa guerra civile.

Negli anni ’90, l’imperialismo europeo approfittò del crollo dell’URSS per accelerare la disgregazione della Jugoslavia, provocando una catena di terribili guerre che causarono centinaia di migliaia di vittime (fino ai bombardamenti NATO sulla Serbia nella Guerra del Kosovo del 1999).

Ed infine, da diversi anni a questa parte, l’imperialismo europeo, ha scatenato e finanziato sgherri di ogni risma e di ogni governo (dalla Turchia alla Grecia, dalla Slovenia alla Croazia, dall’Italia alla Libia, ecc.) per impedire a rifugiati e profughi di guerre provocate dalle potenze occidentali (UE in prima linea…), di arrivare dai Balcani e dal Mediterraneo nell’Unione Europea, a chiedere quell’asilo a cui avrebbero diritto in base alle stesse leggi europee…

Le migliaia di profughi costretti a vivere (e a morire!) nel gelo della Bosnia mostrano il vero volto dell’Unione Europea che non è il volto benigno dell’Europa che protegge della ieratica Ursula von der Leyen, ma il volto grifagno dell’imperialismo europeo e di tutte le forze politiche di ogni orientamento e Paese, che comunque ne esprimono, e oggettivamente sostengono, la politica migratoria.  

I Circoli operai incarnano oggi al meglio la massima preferita da Karl Marx: Nulla di umano mi è estraneo (Humani nihil a me alienum puto), e rappresentano la dimostrazione più evidente che si può evitare di cadere nella rassegnazione e nella passività attraverso l’impegno concreto per la difesa degli interessi immediati e storici della nostra classe…

Il Centro Filippo Buonarroti chiede perciò ai propri amici, sostenitori e volontari di intensificare l’impegno nella crisi pandemica secolare, collaborando con i Circoli operai.

Per informazioni telefonare al 02-45491072.

 

 

 
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