01/05/2023 - Guardie di frontiera |
Nel tardo Impero Romano erano le tribù franche federate in Gallia a sorvegliare il limes, o i goti sul Danubio, prima che le invasioni delle tribù asiatiche o germaniche - quelle che per i tedeschi segnano l'era della grande migrazione - travolgessero Roma. Nell'Impero di Mezzo, ossia la Cina millenaria, i regni tributari, come la Corea. Nell'Impero degli Asburgo le krajine, insediamenti di coloni slavi armati a presidiare il confine contro gli ottomani. E’ una pratica che affonda le radici nei secoli, se non nei millenni, quella degli imperi che affidavano a marche di frontiera la sorveglianza esterna, e il suo lavoro sporco. Perciò non sorprende sentire dire oggi, a fronte della collisione migratoria, che le frontiere dell'Europa sono sulla riva Sud del Mediterraneo, in Turchia, in Siria, in Egitto, in Tunisia, in Marocco e quant'altro. Oggi si riscopre che va aggiunto il Sudan in fiamme, dove le milizie di Mohamed Dagalo "Hemedti" erano pagate dalla UE per trattenere e ricacciare i migranti del Corno d'Africa nel deserto del Darfur. Due cose sono certe. Primo, non c'è bugia più ripugnante di quella che vuole spacciare l'Unione come imperialismo benigno, esportatrice della buona creanza del diritto e delle regole nella pacifica convivenza. II limes dell'Europa è costellato di campi di concentramento, gestiti da despoti e tagliagole che al meglio si fanno pagare come guardie di frontiera, e al peggio imprigionano e taglieggiano centinaia di migliaia di disperati, al prezzo di torture, stupri e ricatti alle famiglie, nella connivenza della UE. Secondo, in un'Europa invecchiata e in asfissia demografica, non c'è alternativa a un rincalzo migratorio sempre più imponente. In Italia, i sei-sette milioni di immigrati dovranno raddoppiare se si vorrà far fronte al deficit di forza-lavoro; governo e opposizione della loro politica un po' balbettano di politiche nataliste che non sanno attuare e che non possono colmare le voragini già aperte nella popolazione attiva, e un po' corteggiano le paure xenofobe e securitarie. L'ottimismo dei cattolici, sempre in offerta nel mito della pacificazione sociale, intravede un meticciato, che comunque richiederà generazioni e intanto fa gridare la demagogia razzista alla sostituzione etnica. Nel frattempo, il mondo reale è una segregazione salariale di fatto per milioni di lavoratori. L'unico principio vitale è l'unità di classe. Battaglia internazionalista contro ogni discriminazione per etnia, nazionalità o religione; lotta per una società comunista libera dallo sfruttamento e da ogni oppressione. Non c'è altra via.
Lotta comunista - aprile2023 |