Giornata in memoria delle vittime africane dell’imperialismo italiano ed europeo

13/02/2023

13/02/2023: 19 febbraio: Giorno della Memoria in ricordo delle vittime africane dell’imperialismo italiano ed europeo

 

In Italia quasi nessuno lo ricorda, ma il 19 febbraio 1937, in seguito al fallito attentato di Addis Abeba a Rodolfo Graziani, viceré d’Etiopia, le autorità italiane diedero inizio ad un immane massacro che durerà mesi, sarà condotto con modalità le più atroci e provocherà 20.000 morti (di cui 2000 solo nella comunità monastica più importante d’Etiopia, a Debre Libanos, nel maggio 1937).

Angelo Del Boca, il massimo storico del colonialismo italiano in Africa (scomparso il 6 luglio 2021), aveva lanciato molti anni or sono la proposta di fare del 19 febbraio la giornata per ricordare le 500.000 vittime del colonialismo italiano in Africa. In questi ultimi anni in giro per l’Italia si sono moltiplicate le iniziative di ricordo e di sensibilizzazione, che sono comunque rimaste marginali e sono naturalmente state trascurate dalla grande stampa e dai mass media. Tra le eccezioni ci piace invece sottolineare come, fin dal 2017 (80° anniversario), i compagni del Centro Pasquale Martignetti di Roma abbiano ricordato nel 19 febbraio il “Giorno della Memoria in ricordo delle vittime africane dell’imperialismo italiano ed europeo”.

Ci sembra particolarmente importante unirci a questo ricordo, non solo per smentire la favola così diffusa degli “italiani brava gente” e ripristinare la verità storica sulle responsabilità del colonialismo prima e dell’imperialismo poi, sia italiano che europeo, i quali già a partire dal XIX secolo si sono impegnati nella sanguinosa lotta per la spartizione dell’Africa.

Ma c’è anche un importante elemento che rende particolarmente significativo questo ricordo: la lotta per la spartizione dell’Africa (materie prime, mercati e sfere d’influenza), continua con i suoi milioni di morti in questi decenni tormentati che stiamo vivendo e che vedono scontrarsi le vecchie potenze europee (impegnate ad unirsi in un unico grande imperialismo europeo) con le altre potenze imperialistiche: Cina, Russia, India, Stati Uniti, ecc.

Le conseguenze sono le guerre in corso, dall’Africa mediterranea al Corno d’Africa, fino al cuore dell’Africa, dove si combatte da oltre 50 anni (oggi più intensamente perché ci sono in gioco le materie prime come il cobalto, indispensabili per l’auto elettrica…). Ma non dobbiamo dimenticare l’altra conseguenza di queste guerre senza fine: i flussi migratori rispetto ai quali le risposte dell’Europa “benigna” (impegnata tra l’altro in un riarmo senza precedenti) sono i muri, il filo spinato, la lotta contro le ONG, i respingimenti, per non parlare dei finanziamenti agli sgherri turchi o libici incaricati del lavoro sporco per fermare con tutti i mezzi le partenze dei migranti. Le ultime conferme le abbiamo avute con il viaggio di Giorgia Meloni in Algeria e Libia, e con la presa di posizione sulle migrazioni della Commissione UE per bocca di Ursula von der Leyen, la quale si è espressa con una chiarezza tale che dovrebbe aprire gli occhi a tutti coloro che nutrono ancora simpatie o illusioni nei confronti dell’imperialismo di casa nostra.

L’iniziativa di lunedì 13 febbraio, ore 21, alla Casa della Cultura, con Paolo Borruso, assume perciò, pur nel ricchissimo programma del mese di febbraio, una rilevanza ed un significato assolutamente particolari.

La registrazione dell'incontro è disponibile su youtube: https://www.youtube.com/watch?v=KlMICZSxbwY