Il virus del razzismo e della xenofobia conosce nuove fiammate, complice, in parte, una crisi economica che alimenta paure ed incertezze. C’è il razzismo becero che spopola sul web, c’è il razzismo della lagna proprietaria, c’è la demagogia di chi prova ad acchiappare voti solleticando i diffusi mal di pancia.
Il razzismo è quanto di più disgustoso la storia abbia partorito e va combattuto quotidianamente in ogni ambito, a partire dalla scuola.
Una sola “razza”: quella umana
Alla luce delle più recenti scoperte della scienza, si può con certezza affermare che le razze non esistono.
Razzismo, xenofobia e nazionalismo sono ideologie ampiamente usate dalla borghesia per difendere il proprio tornaconto, asservire i lavoratori e impedire la loro unità, dividendoli per razza, etnia, religione.
La razza è la lente deformante attraverso cui generazioni di naturalisti, antropologi e genetisti hanno guardato le differenze umane, finché si è dimostrato che con quella lente lì non ci si capisce niente. Invece il razzismo ha a che vedere con i nostri diritti, e con la pretesa che a origini, pelli o passaporti diversi corrispondano diversi diritti.
Guido Barbujani, introduzione a L’invenzione delle razze
Prima i proletari
Prima gli italiani: è uno slogan ruffiano che ha l’illusione del buon senso e accarezza le paure di elettori disorientati e invecchiati.
Prima gli italiani, prima gli europei: due volte un inganno per i lavoratori, perché mettono assieme sfruttati e sfruttatori, nel mito di una comune appartenenza a una patria da difendere negli scontri fra predoni imperialisti. E perché dividono i lavoratori per appartenenza nazionale, e dividendoli li rendono più deboli.
Allora, prima i proletari, dai tecnici produttori delle grandi fabbriche al nuovo precariato dei servizi, dagli uffici delle banche ai frutteti spaccaschiena, senza distinzione di nazionalità o di religione.
«Non sono razzista, però…»
La paura è il sentimento che più di ogni altro riporta l’uomo vicino a quella animalità da cui è emerso grazie all’evoluzione or sono milioni di anni.
Il razzismo, la xenofobia, il nazionalismo sono stati usati dalle classi dominanti facendo leva proprio su paure ancestrali e su ideologie correlate.
In un’epoca di crescenti tensioni internazionali, nella quale si discute apertamente di una possibile terza guerra mondiale tra potenze in ascesa e in declino, quei vecchi attrezzi potrebbero tornare utili alle classi dominanti.
Come Centro Filippo Buonarroti riteniamo perciò che sia necessario combattere una battaglia politica e culturale contro tutte le forme di razzismo, xenofobia e nazionalismo facendo leva sui preziosi ed efficaci materiali che ci sono oggi forniti dalla scienza in tutti i campi e dalla storia delle lotte del movimento operaio contro quelle ideologie.
Allo scopo abbiamo lanciato una grande campagna nelle scuole, dal titolo «Non sono razzista, però…», alla quale chiediamo a tutti di collaborare.
Per maggiori informazioni v. www.centrofilippobuonarroti.com/public/centrobuonarroti/public/progetto.php?id=265