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La politica migratoria della borghesia europea è composta da due elementi, solo apparentemente in contraddizione:

1) aprire le porte ai flussi migratori indispensabili per affrontare la mancanza di forza lavoro creata dalla disastroso inverno demografico;

2) continuare a speculare elettoralmente sulle paure di elettorati proprietari, invecchiati e impauriti dalle collisioni della storia.

Il governo italiano segue lo stesso copione. L’attuale decreto flussi dà il via libera a 452 mila ingressi in tre anni per coprire parzialmente gli oltre 800 mila posti di lavoro mancanti nella sola metropoli Italiana. Mancano infermieri, conducenti d’autobus, braccianti agricoli stagionali, addetti del settore turistico-alberghiero, della cantieristica, delle telecomunicazioni.

Si è aperta la caccia al migrante utile.

Contemporaneamente prosegue la politica feroce di cui sono stati protagonisti i governi di tutti i colori della fortezza Europa, che stringe accordi per finanziare l’arcipelago gulag ai suoi confini e tentare così di frenare e filtrare il flusso dei giovani che cercano una vita migliore.

Per alimentare la guerra d’Ucraina i governi europei proclamano di combattere la tirannia, ma la tirannia è utilissima e va finanziata ed armata quando è al servizio dei loro

interessi. Dobbiamo denunciare con forza l’ipocrisia e il cinismo dell’imperialismo europeo. Solo una risposta di classe può unire i lavoratori ucraini e russi, europei, africani e di tutti gli altri paesi per spezzare le catene dello sfruttamento.

Un volontariato solidale, concreto e di classe è una prima risposta al nazionalismo, al razzismo e alla xenofobia che divide i lavoratori.

Solo la politica del marxismo rivoluzionario può liberare il mondo dalle frontiere, dallo sfruttamento e dalle guerre.