Noi, invece, che abbiamo per patria il mondo,
come i pesci il mare
Dante Alighieri

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AGENDA SCOLASTICA

Centro Filippo Buonarroti
Agenda scolastica 2012 - 2013 a disposizione dei tesserati

La scuola e la fabbrica del consenso 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 - INDICE DEGLI ARGOMENTI

 

 

 

DALL'UNITÀ AL FASCISMO
La legge Casati 
La legge Coppino
Lo specchio
Collodi
De Amicis
Salgari
Vamba
La condizione degli insegnanti
L'Università
All'inizio del Novecento

P
rima e dopo la guerra imperialista: dal liberalismo al Fascismo
Le facce della repressione:
L'avvento del fascismo e l'istruzione
La scuola "fascistizzata"
La "cultura" scolastica
La riforma Bottai 

DALL' 8 SETTEMBRE ALLA GLOBALIZZAZIONE
Dalla distruzione alla "ricostruzione" n
el dopoguerra
Dal "boom" al ‘68, alla crisi petrolifera e di ristrutturazione
La secondaria superiore
La scolarizzazione italiana nel ciclo del lungo sviluppo
Lo specchio: Ledda
L'oggi: l'ineguale sviluppo, il liberismo, il multipolarismo e la crisi
Dal "post-moderno" alla crisi di valori
Lo specchio: Starnone, Volo
Brecht: Elogio dell'imparare

Dai monelli alle divise
: scuola e cinema tra la fine dell'800 e gli inizi del 900
I drammi familiari del conflitto: piccoli orfani e un ritorno alla strada 
Gli anni Cinquanta: giubbini di pelle e bande rivali
Gli anni Sessanta: dal boom alla contestazione
Gli anni Settanta: la fine delle illusioni
Gli anni Ottanta: famiglie allargate, bambini abbandonati e psicologia dilagante
Gli anni Novanta: la crisi delle utopie

2000: nuovo millennio, vecchi problemi

Bollywood: misteriosa e fatale
I libri di bordo
 

Centro Filippo Buonarroti
Agenda 2010/2011 a disposizione dei tesserati

"SCIENZA E SOCIETA'"

Non c’è ambito della vita quotidiana in cui non rientri qualche ritrovato, “vecchio” o “nuovo”, della tecnologia. La comunicazione con i nostri colleghi, amici e famigliari è affidata sempre più spesso a strumenti connessi a satelliti e a reti globali. Il trasporto coincide necessariamente con oggetti complessi come l’automobile, assemblaggio di decine di migliaia di componenti, per non parlare di bus o metropolitane, navi o aerei. La cultura e l’informazione, cinema, radio, televisione sono veicolate da mass-media in cui la trasmissione dei dati avviene su circuiti elettronici e su un teatro mondiale. La salute dipende da farmaci ottenuti con prodotti di sintesi e con l’isolamento in laboratorio di principi attivi ottenuti in virtù degli investimenti di colossali industrie. Persino la cucina, già luogo inviolabile del più classico “focolare” domestico, diventa il ricettacolo di strumenti che per forza di cose sono tecnologia allo stato puro, dal forno a microonde allo spremiagrumi elettrico, dal tostapane al frigorifero. E più in generale la produzione di merci di qualsivoglia tipo e dimensione avviene in stabilimenti che si avvalgono di mezzi in cui le conoscenze scientifiche vengono costantemente applicate a quantità fisiche e materiali.

 

Questa correlazione tra scienza e società era già ben chiara ai maestri del moderno materialismo, a partire da Marx e da Engels di recente “recuperati” da ambienti insospettabili sulla scorta dei disastri prodotti dalla recessione.

 

Ma questa correlazione costituisce l’oggetto di riflessione anche per molti scienziati che si trovano compiutamente di fronte alle grandi possibilità offerte dallo sviluppo delle conoscenze umane e nello stesso tempo ai vincoli imposti dal meccanismo del finanziamento della ricerca, della moltiplicazione del profitto, dello sfruttamento delle posizioni di rendita e monopolio. Non solo: se la scienza, e il suo approdo tecnologico, sono già un prodotto sociale, paradossalmente le ideologie dominanti sono condizionate dall’individualismo imperante.

 

La scienza quindi non può mai definirsi genericamente “neutrale” né tantomeno “indipendente”: essa dipende nel suo sviluppo e nelle sue applicazioni dal modo in cui gli uomini sono organizzati socialmente, ma anche dalla visione che una data società in un dato periodo storico produce di se stessa. Un mondo diviso in classi, scisso nella concorrenza e nella lotta tra le grandi potenze continentali, non può che ingabbiare lo stesso insieme delle conoscenze umane in una costante conflittualità.

 

Nell’agenda 2010 si ritroveranno considerazioni di autorevoli uomini di scienza, di ogni specializzazione, sull’indirizzo delle loro ricerche e sul collegamento dell’oggetto del loro lavoro con il mondo reale del capitalismo avanzato. La loro natura è evidentemente “di parte” perché non si accontenta di una conoscenza slegata dalle radici storiche da cui origina e di conseguenza si schiera.

 

La lettura di questi brani può essere utile per sgombrare il campo dai pregiudizi che vedono la scienza come fonte di ogni corruzione e inquinamento oppure come lo strumento imparziale di un destino ineluttabile.

Centro Filippo Buonarroti
Agenda scolastica 2009-2010

L’agenda 2009-2010 del Centro Filippo Buonarroti è dedicata all’80° anniversario della crisi del 1929.
Quell’evento segnò profondamente la storia del Novecento e soprattutto oggi viene preso a riferimento nelle valutazioni sulla gravità della recessione in corso.
Nel 2009, per la prima volta dal dopoguerra, il prodotto lordo mondiale presenterà un segno negativo; decresce anche il volume del commercio globale; il settore finanziario si è bruscamente ridimensionato ed alcuni storici colossi come Lehman Brothers sono rotolati nella polvere, altri come AIG, sono finiti in tutto o in parte in mano allo Stato. Torna il dirigismo cavalcando la regulation, dopo tre decenni di liberismo, e le dottrine economiche si adeguano censurando gli “azzardi” dei manager dopo aver cantato i pregi della creativa flessibilità dell’ingegneria finanziaria. Il prezzo finale della crisi sarà, secondo i dati dell’ONU, quello di 50 milioni di disoccupati aggiuntivi a livello globale, con una quota di 7-800 mila lavoratori, che potrebbe essere ricacciata, nei tanti slum del mondo, al livello dell’insufficienza alimentare

Il paragone con il 1929 e la successiva Grande Crisi è inevitabile. Le dimensioni rimangono a ben vedere distanti; la presenza della potenza cinese e dei suoi ricchi forzieri, la moneta unica europea, il declino relativo ma ugualmente conclamato della potenza americana, nel 1929 ancora ascendente, sono alcuni dei tratti che caratterizzano la fase odierna. Ma il ricordo del “Giovedì nero” dell’ottobre del 1929 ed il collegamento con la successiva tempesta della Seconda Guerra Mondiale sono indubbi elementi di riflessione validi anche per l’oggi.

Nella nostra agenda abbiamo cercato di ricostruire il clima e l’atmosfera che precedette e seguì la crisi del 1929 basandoci soprattutto, anche se non solo, sulla letteratura: la scelta è caduta essenzialmente su autori o soggetti americani. Si tratta di una cernita arbitraria e con puri intenti esemplificativi, tuttavia emblematica dello spirito di quell’epoca, delle premesse del disastro, del suo svolgersi e delle sue conseguenze. Ripercorrere quel tratto di storia utilizzando alcuni spunti forniti dal mondo della cultura, oltre a essere in sé stimolante, può essere d’ausilio per inquadrare le novità effettive o fittizie, gli elementi noti o inediti di un anniversario singolarmente d’attualità

I quadri dell’agenda

I. Cronologia e dati statistici

II. Analisi: “Le dimensioni storiche della crisi”

III. La letteratura e la crisi - Le premesse: Majakovskj, Roth, Fitzgerald, Lewis - Il Grande Crollo: Galbraith, Steinbeck, Caldwell, Hughes - Il New Deal e la guerra: Roosevelt, Hemingway, Morley, Mailer

IV. Società e ideologie nella crisi - La moda di massa nella Grande Depressione - L’invenzione del gossip - Il cinema e i registi di Roosevelt - Fumetti e miti di massa

Appendice: Trotkzy e l’avvento del nazismo negli anni Trenta

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