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Mese: Maggio 2020

Genova, le rape e la solidarietà

30/05/2020

I contadini del mio paese dicevano: “Con i bei discorsi non si condiscono le rape”. Ai più giovani voglio ricordare che i loro bisnonni, nei giorni peggiori, cenavano con patate e rape “scube”(senza condimento). E non era una moda alimentare.
I vecchi proverbi sono ruvidi, spesso volgari, ma esprimono verità profonde. Genovasolidale, nata per iniziativa del sindacato (la Camera del Lavoro CGIL), dell’ANPI e del Centro di Documentazione Logos, voleva diffondere i valori dell’accoglienza, della tolleranza e dell’integrazione. Lo ha fatto soprattutto con “i bei discorsi”, che se argomentati sono e saranno sempre utili per contrastare fascismo, xenofobia e razzismo.
Ma col sopraggiungere della pandemia quel vecchio proverbio ci ha ricordato che la solidarietà doveva diventare fattiva. La Lanterna di don Gallo cucina i pasti da portare a 30 famiglie con bambini, ospitate dalle suore del Monastero di via Byron. La Onlus SoleLuna, con sede presso la Stazione Ferroviaria di Cornigliano, prepara cibo da asporto, distribuito nelle case di famiglie bisognose. I Circoli Operai consegnano a domicilio generi alimentari e medicine da Voltri a Pontedecimo, da Busalla al Centro Storico , da Prato a Nervi. E poi ci sono i centri della Caritas, di Sant’Egidio e di molte altre organizzazioni, alcune nate spontaneamente per iniziativa di alcuni privati.
Sono diverse centinaia i volontari impegnati in questa solidarietà attiva. La maggioranza sono giovani, molti i figli di immigrati. Ieri l’incertezza per il futuro cercava un nemico, un capro espiatorio. I mestatori di paura hanno additato la figura dello straniero venuto dal mare. Oggi il nemico è un virus invisibile senza volto. Molti hanno visto i visi sorridenti di giovani immigrati salire le scale per portare medicinali e viveri. Tutti hanno saputo delle organizzazioni laiche o religiose che aiutano “prima gli esseri umani”, italiani e stranieri. Contro questa solidarietà fattiva, nessuno ha rivolto parole di ostilità o di derisione, neppure gli odiatori compulsivi da tastiera.

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